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lfd. Nr.
375
Prot. Nr.
9542
Sender
Orsenigo
Empfänger
Pacelli
Ort
Berlin
Datum
09.02.1934
Archiv
AA.EE.SS. Germania, Pos. 643, fasc. 160, fol. 79r-80v
Betreff
Crisi della Chiesa Protestante
Regest
Die Konfrontation innerhalb der deutschen Evangelischen Kirchen zwischen „Deutschen Christen“ und der sich formierenden Opposition (Pfarrernotbund, Bekenntnisfront) spitzt sich zu; der – zunächst „siegreiche“ – Versuch des „Reichsbischofs“ Ludwig Müller, sich autoritär durchzusetzen. Interpretation dieser Vorgänge durch O.
Dokument
1Facendo seguito ai miei rispettosi rapporti, di cui l’ultimo fu in data 19 gennaio ultimo scorso, Nr. 9385,1
Vgl. auch die Anm. 1 zu Bericht No. 9385 vom 19.01.1934.
circa la crisi della Chiesa Evangelica in Germania, mi faccio premura di comunicare a Vostra Eminenza Reverendissima altre ulteriori notizie, che non mancano di una certa importanza per la ripercussione che gli ultimi avvenimenti possono avere anche in altri campi.
2La lotta dei così detti ortodossi o pastori rimasti fedeli al vecchio luteranesimo, impostata su una base religiosa, ossia la difesa del principio individualista contro l’ingerenza del principio autoritario voluto dall’autorità politica e personificato nella nuova creazione di un Vescovo del Reich, ebbe sulle prime un certo successo.
3I pastori ortodossi si strinsero in lega – “Notbund” 2
„Notbund“ im Typoskript von O. unterstrichen; dito bei der zweiten Nennung.
–, proclamarono che l’autorità di un Vescovo del Reich equivaleva ad un ritorno velato al principio cattolico del Papato, la cui ripulsa costituiva come l’essenza del protestantesimo, senza neppure che questo ritorno conservasse i vantaggi spirituali di un atto spontaneo e religioso, perché era forzato ed imposto dall’autorità politica.
4L’incidente della gioventù evangelica, incorporata d’autorità dal Vescovo del Reich nelle organizzazioni giovanili statali (Hitler-Jugend) senza il consenso dei pastori, aumentò il malcontento e servì a rendere sempre più folte le file della lega di resistenza.3
Über die Gleichschaltung der evangelischen Jugendorganisationen durch Baldur von Schirach im Verbund mit Reichsbischof Müller, hatte O. bereits mehrfach berichtet; vgl. die Berichte No. 9137 vom 22.12.1933 und No. 9385 vom 19.01.1934, sowie Cifrato No. 156 vom 18.01.1934; hier auch die Anm.
Una domenica da ben tremila pulpiti protestanti fu letta ai fedeli una chiara e franca protesta contro le mene antiluterane del Vescovo del Reich, ed il numero dei pastori iscritti al “Notbund” salì frattanto a otto mila, su circa quindici mila pastori protestanti.4
Reichsbischof Müller hatte nach dem Sportpalastdebakel (vgl. die Berichte No. 8765 vom 14.11.1933 und 8780 vom 15.11.1933) und der Preisgabe des evangelischen Jugendwerks an die HJ versucht, die Kritik aus den Reihen der sich formierenden „Bekenntnisfront“ mit einem „Maulkorberlaß“ („Verordnung betreffend die Wiederherstellung geordneter Zustände in der Deutschen Evangelischen Kirche“, 04.01.1934) zum Schweigen zu bringen. Dies hatte jedoch die Opposition nur noch mehr provoziert und zu einer Kanzelabkündigung des Pfarrernotbundes geführt, die am 07.01.1934 in zahlreichen Kirchen in Berlin und Umgebung verlesen worden war. Das internationale Presseecho auf diese Erklärung war immens; sie kündigte dem „Reichsbischof“ offen den Gehorsam auf und protestierte explizit gegen den erneuten Versuch, den „Arierparagraphen“ im Bereich der Evangelischen Kirche einzuführen. O.s Berichterstattung gibt jedoch mit „gut dreitausend Kanzeln“, von denen die Erklärung verlesen worden sei, eine stark überzogene Zahl an, wohl der Presse folgend, in der zum Teil von 6.000 Kanzeln die Rede war. Tatsächlich wurde die Abkündigung nur „in einigen hundert Kirchen“ verlesen, was gleichwohl ihren Eindruck nicht schmälerte; vgl. im einzelnen Scholder, Die Kirchen und das Dritte Reich II, S. 38/39. Als klares Indiz für den sich weiter massiv formierenden Protest gegen die DC ist die im Januar 1934 noch einmal stark ansteigende Mitgliederzahl des Pfarrernotbundes (auf etwas mehr als 7000) anzusehen, W. Niemöller, Evangelische Kirche im Dritten Reich S. 112 und Scholder II, S. 37.
– Allora sembrò per un istante che la vittoria arridesse ai protestanti ortodossi e che il Vescovo del Reich, Dottor Müller, dovesse ritirarsi, ma dopo una settimana di incertezze, di tentativi per un compromesso venne in soccorso ancora una volta l’autorità politica, la cui potenza – atteso il monopolio statale dei giornali – è stragrande.5
Als eine Art Notbremse gegen die fortschreitende Delegitimation der „Deutschen Christen“ (DC) hatte am 25.01.1934 ein Treffen führender evangelischer Oppositionspolitiker mit Hitler, Göring und dem „Reichsbischof“ stattgefunden. Der Reichskanzler verstand es, unter Ausnutzung eines abgehörten Telefonates Niemöllers die Gruppe der Oppositionellen zu verunsichern und sie zu nötigen, sich erneut zur Zusammenarbeit mit Müller bereitzuerklären. Dabei diente die Diskreditierung Niemöllers dazu, einen Keil in die „Bekenntnisfront“ zu treiben; vgl. Meier, Kreuz und Hakenkreuz, S. 60/61; Scholder, Die Kirchen und das Dritte Reich II, S. 57-61.
Il Vescovo del Reich – non ostante il suo carattere debole ed incerto – assunse movenze estremamente dittatoriali. I pastori ed i vescovi più battaglieri o più influenti per la loro capacità, furono rimossi, allontanati, imprigionati (si dice che oltre cinquanta siano detenuti), e sostituiti con elementi nuovi e di piena fiducia; la gioventù evangelica fu ancora una volta dichiarata incorporata nelle organizzazioni statali; le leggi così dette ariane, già introdotte nella chiesa evangelica e poi sospese, furono rimesse in vigore e, ciò che più sorprende, si è constatata una certa condiscendenza proprio verso il movimento dei “tedesco-cristiani”, che era stato la causa occasionale di tutta la reazione dei pastori ortodossi.6
Nach der Unterredung bei Hitler am 25.01. (s. vorangehende Anm.) gewannen die DC unter Müller und Oberheid sowie sekundiert durch Ministerialdirektor Jäger sehr schnell wieder die Kontrolle über die Situation. In zwei weiteren Verhandlungsrunden mit den im wesentlichen lutherischen oppositionellen Landesbischöfen am 26. und 27.01., ohne Beteiligung des Pfarrernotbundes, gelang es ihnen, ihre Bedingungen zu diktieren und die Opposition zu völliger Unterwerfung, zu einer „wahrhaft schmählichen Kapitulation“ (Scholder, Die Kirchen und das Dritte Reich II, S. 63) vor dem „Reichsbischof“, zu nötigen. Die Kirche der Altpreußischen Union (ApU), in der der Einfluß der DC am weitesten fortgeschritten war, wurde nun endgültig in eine „Führerkirche mit unumschränkten Befugnissen des Führer-Bischofs“ (ebd., S. 71) umgestaltet, u.a. durch die von O. im Bericht angesprochenen personellen Maßnahmen gegen zahlreiche Pfarrer und Superintendenten. Die Folgen der „Kapitulation“ strahlten in einer Welle der Gleichschaltung bis weit in die einzelnen Landeskirchen hinein aus; der Pfarrernotbund hingegen war mit einem massiven Mitgliederschwund konfrontiert. Vgl. insges. Scholder, ebd., S. 72-73; Meier, Kreuz und Hakenkreuz, S. 60-62; W. Niemöller, Evangelische Kirche im Dritten Reich S. 112.
5Oggi la lotta si delineerebbe quindi con una vittoria del Vescovo del Reich,7
Das auf den ersten Blick in der Tat „siegreiche“ Vorgehen der DC gegen die Bekenntnisfront wurde lautstark propagandistisch ausgeschlachtet. Auf der anderen Seite führte diese Stufe der Entwicklung zur jetzt zwar quantitativ geschrumpften, institutionell wie inhaltlich sich aber viel deutlicher artikulierenden Formierung der verbliebenen „Bekenntnisfront“ zur „Bekennenden Kirche“ in der „Ulmer Einung“ (22.04.1934) und schließlich der „Barmer Theologischen Erklärung“.
ossia della corrente nazionalsocialista in combutta con i tedesco-cristiani contro la corrente dei vecchi luterani, ossia gli ortodossi, forte di numerose adesioni di pastori e di laici colti, ma senza molto seguito tra le fila del popolo e specie dei giovani, data la poca o nessuna convinzione religiosa di questa massa protestante. Prevedere la fase ultima di questa lotta è oggi impossibile;8
Vgl. die weitere Berichterstattung in No. 9645 vom 20.02.1934.
per ora non pare si possa pensare ad una ripresa da parte degli ortodossi; i giornali anzi annunciano oggi che anche la lega di resistenza “Notbund” si è sciolta;9
Die Märkische Volkszeitung brachte am 08.02., die Deutsche Allgemeine Zeitung (Reichs-Ausgabe) am 09.02.1934 eine Meldung des „Evangelischen Pressedienstes“, derzufolge sich der württembergische Pfarrernotbund aufgelöst habe. Die württembergische Landeskirche hatte diese Auflösung infolge der „Kapitulation“ der Bekenntnisfront nach der Hitler-Audienz beschlossen; vgl. Conrad, Der Kampf um die Kanzeln, S. 91.
più tardi, poichè si tratta in fondo di salvare il luteranesimo, potrà anche riaprirsi la lotta, ma questo dipenderà molto dagli avvenimenti politici della Germania in questi prossimi anni.
6I cattolici sono rimasti perfettamente estranei a questa lotta, dato il suo carattere doppiamente pericoloso per noi, e cioè il carattere religioso prettamente anticattolico (la difesa cioè dell’individualismo luterano contro il principio d’autorità proprio della Chiesa Cattolica) ed il carattere politico (la lotta cioè contro il nazionalsocialismo, non solo per la sua ingerenza nella religione, ma anche – non ostante tutte le dichiarazioni contrarie – contro la sua stessa essenza politica come forma di governo). L’unico punto, in cui si sarebbe potuto trovarci uniti era nella difesa del diritto della Chiesa sull’educazione, attraverso le organizzazioni giovanili; ma oltre il pericolo, che un simile accordo poteva essere frainteso nel senso di un movimento puramente antistatale, vi era anche una deficienza di intesa, dato che i protestanti non hanno mai difeso e neppure affermato questo diritto della chiesa all’educazione, ma hanno avanzato solo il diritto della famiglia10
„della famiglia“ im Typoskript von O. unterstrichen.
ad avere con sè i giovani figli, almeno due domeniche al mese.
7Scompigliate le file dei protestanti è facile prevedere che lo Stato si accinge ora con rinnovata lena e più larghe speranze al lavoro di assimilazione delle organizzazioni cattoliche.
Anhang

1 Vgl. auch die Anm. 1 zu Bericht No. 9385 vom 19.01.1934.
2 „Notbund“ im Typoskript von O. unterstrichen; dito bei der zweiten Nennung.
3 Über die Gleichschaltung der evangelischen Jugendorganisationen durch Baldur von Schirach im Verbund mit Reichsbischof Müller, hatte O. bereits mehrfach berichtet; vgl. die Berichte No. 9137 vom 22.12.1933 und No. 9385 vom 19.01.1934, sowie Cifrato No. 156 vom 18.01.1934; hier auch die Anm.
4 Reichsbischof Müller hatte nach dem Sportpalastdebakel (vgl. die Berichte No. 8765 vom 14.11.1933 und 8780 vom 15.11.1933) und der Preisgabe des evangelischen Jugendwerks an die HJ versucht, die Kritik aus den Reihen der sich formierenden „Bekenntnisfront“ mit einem „Maulkorberlaß“ („Verordnung betreffend die Wiederherstellung geordneter Zustände in der Deutschen Evangelischen Kirche“, 04.01.1934) zum Schweigen zu bringen. Dies hatte jedoch die Opposition nur noch mehr provoziert und zu einer Kanzelabkündigung des Pfarrernotbundes geführt, die am 07.01.1934 in zahlreichen Kirchen in Berlin und Umgebung verlesen worden war. Das internationale Presseecho auf diese Erklärung war immens; sie kündigte dem „Reichsbischof“ offen den Gehorsam auf und protestierte explizit gegen den erneuten Versuch, den „Arierparagraphen“ im Bereich der Evangelischen Kirche einzuführen. O.s Berichterstattung gibt jedoch mit „gut dreitausend Kanzeln“, von denen die Erklärung verlesen worden sei, eine stark überzogene Zahl an, wohl der Presse folgend, in der zum Teil von 6.000 Kanzeln die Rede war. Tatsächlich wurde die Abkündigung nur „in einigen hundert Kirchen“ verlesen, was gleichwohl ihren Eindruck nicht schmälerte; vgl. im einzelnen Scholder, Die Kirchen und das Dritte Reich II, S. 38/39. Als klares Indiz für den sich weiter massiv formierenden Protest gegen die DC ist die im Januar 1934 noch einmal stark ansteigende Mitgliederzahl des Pfarrernotbundes (auf etwas mehr als 7000) anzusehen, W. Niemöller, Evangelische Kirche im Dritten Reich S. 112 und Scholder II, S. 37.
5 Als eine Art Notbremse gegen die fortschreitende Delegitimation der „Deutschen Christen“ (DC) hatte am 25.01.1934 ein Treffen führender evangelischer Oppositionspolitiker mit Hitler, Göring und dem „Reichsbischof“ stattgefunden. Der Reichskanzler verstand es, unter Ausnutzung eines abgehörten Telefonates Niemöllers die Gruppe der Oppositionellen zu verunsichern und sie zu nötigen, sich erneut zur Zusammenarbeit mit Müller bereitzuerklären. Dabei diente die Diskreditierung Niemöllers dazu, einen Keil in die „Bekenntnisfront“ zu treiben; vgl. Meier, Kreuz und Hakenkreuz, S. 60/61; Scholder, Die Kirchen und das Dritte Reich II, S. 57-61.
6 Nach der Unterredung bei Hitler am 25.01. (s. vorangehende Anm.) gewannen die DC unter Müller und Oberheid sowie sekundiert durch Ministerialdirektor Jäger sehr schnell wieder die Kontrolle über die Situation. In zwei weiteren Verhandlungsrunden mit den im wesentlichen lutherischen oppositionellen Landesbischöfen am 26. und 27.01., ohne Beteiligung des Pfarrernotbundes, gelang es ihnen, ihre Bedingungen zu diktieren und die Opposition zu völliger Unterwerfung, zu einer „wahrhaft schmählichen Kapitulation“ (Scholder, Die Kirchen und das Dritte Reich II, S. 63) vor dem „Reichsbischof“, zu nötigen. Die Kirche der Altpreußischen Union (ApU), in der der Einfluß der DC am weitesten fortgeschritten war, wurde nun endgültig in eine „Führerkirche mit unumschränkten Befugnissen des Führer-Bischofs“ (ebd., S. 71) umgestaltet, u.a. durch die von O. im Bericht angesprochenen personellen Maßnahmen gegen zahlreiche Pfarrer und Superintendenten. Die Folgen der „Kapitulation“ strahlten in einer Welle der Gleichschaltung bis weit in die einzelnen Landeskirchen hinein aus; der Pfarrernotbund hingegen war mit einem massiven Mitgliederschwund konfrontiert. Vgl. insges. Scholder, ebd., S. 72-73; Meier, Kreuz und Hakenkreuz, S. 60-62; W. Niemöller, Evangelische Kirche im Dritten Reich S. 112.
7 Das auf den ersten Blick in der Tat „siegreiche“ Vorgehen der DC gegen die Bekenntnisfront wurde lautstark propagandistisch ausgeschlachtet. Auf der anderen Seite führte diese Stufe der Entwicklung zur jetzt zwar quantitativ geschrumpften, institutionell wie inhaltlich sich aber viel deutlicher artikulierenden Formierung der verbliebenen „Bekenntnisfront“ zur „Bekennenden Kirche“ in der „Ulmer Einung“ (22.04.1934) und schließlich der „Barmer Theologischen Erklärung“.
8 Vgl. die weitere Berichterstattung in No. 9645 vom 20.02.1934.
9 Die Märkische Volkszeitung brachte am 08.02., die Deutsche Allgemeine Zeitung (Reichs-Ausgabe) am 09.02.1934 eine Meldung des „Evangelischen Pressedienstes“, derzufolge sich der württembergische Pfarrernotbund aufgelöst habe. Die württembergische Landeskirche hatte diese Auflösung infolge der „Kapitulation“ der Bekenntnisfront nach der Hitler-Audienz beschlossen; vgl. Conrad, Der Kampf um die Kanzeln, S. 91.
10 „della famiglia“ im Typoskript von O. unterstrichen.
Biographien (6):Sachdatensätze (3):

Berichte des Apostolischen Nuntius Cesare Orsenigo
aus Deutschland 1930 bis 1939
Im Auftrag des Deutschen Historischen Instituts in Rom und in Kooperation mit der Kommission für
Zeitgeschichte Bonn und dem Archivio Segreto Vaticano herausgegeben von Thomas Brechenmacher
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