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lfd. Nr.
77
Prot. Nr.
6584
Sender
Orsenigo
Empfänger
Pacelli
Ort
Berlin
Datum
07.03.1933
Archiv
ACDF S. O.1220/1933 [R.V. 1933, n. 15], Nr. 2, ohne Foliierung
Betreff
Circa i „Senza Dio1
Vgl. O.s ausführliches Memorandum vom 04.08.1930. Zur selben Sache berichtete am 11.03.1933 auch Nuntius Vassallo di Torregrossa aus München [Prot. No. 4126]; Oggetto: Risposta al riservato sopra una condanna dei Gottlosen; ACDF, S. O. 1220/1933 [R.V. 1933, n. 15], Nr. 4, ohne Foliierung. Als Anlage sandte er Stellungnahmen der bayerischen Bischöfe zur Frage einer Verurteilung der „Gottlosen“ an Pacelli: Kumpfmüller, Augsburg, 04.03.1933 (Zweifel, ob eine Verurteilung ausreichend bzw. überhaupt wirksam); Hauck, Bamberg, 06.03.1933 (Zweifel); Buchberger, Regensburg, 03.03.1933 (rät von Verurteilung ab); wegen seiner Ausführungen zur Frage des Vorgehens gegen den Kommunismus vor allem bemerkenswert der Brief Faulhabers an Vassallo di Torregrossa, München, 05.03.1933, publiziert in: Volk (Bearb.), Akten Faulhabers I, Nr. 272, S. 656–658, hier: Seit dem Reichstagsbrand sei eine neue Situation gegeben; die NS-Regierung wüte mit aller Gewalt gegen Kommunisten und Sozialisten. „Es scheint mir nicht ratsam, in diesem Augenblick auch noch von kirchlicher Seite den Komunismus zu verdammen. Die gegenwärtige Reichsregierung würde in einer solchen Kundgebung des Hl. Offiziums das größte Lob für sich erblicken, und andererseits würde die kommunistische Partei die Maßnahmen der Reichsregierung auf ein Kommando von Rom zurückführen [...]. Mit staatspolizeilichen Gewaltmitteln allein wird die kommunistische Gefahr nicht beseitigt. […] Das Ziel der Kirche […] ist nicht die Vernichtung der Kommunisten, sondern ihre Bekehrung. Nicht ihre Einkerkerung, sondern ihre Entproletarisierung im Sinne von ,Quadragesimo anno.’ […] Am 1. März dieses Jahres habe ich Gelegenheit gehabt, den Herrn Vizekanzler von Papen, einen aufrichtigen Katholiken [über diese Angelegenheit] zu sprechen.“
Regest
Soll die kommunistisch-atheistische Bewegung der “Gottlosen” durch das Heilige Offizium verurteilt werden? Variierende Positionen der deutschen Bischöfe; O.s eigene Auffassung: angebracht sei eine differenzierte Verurteilung einzelner Irrtümer; eine Erleichterung der Kirchensteuerpflicht könnte ein wichtiges Propagandainstrument der „Gottlosen“ schwächen und viele Arbeiter und sozial Schwache vom Kirchenaustritt abhalten.
Dokument
1Appena ricevuto il venerato Dispaccio No. 427/33 del 20 dello scorso mese,2
Pacelli hatte am 20. 02. 1933 „im Auftrag des Hl. Vaters“ die beiden Nuntien in Deutschland gebeten, die Meinung der Bischöfe über eine Verurteilung der „Gottlosen-Bewegung“ durch das Heilige Offizium einzuholen. Am 29.03.1933 leitete er die Berichte Orsenigos und Vassallos einschließlich der bischöflichen Stellungnahmen an den Sekretär des Heiligen Offiziums, Sbarretti, weiter; ACDF, S. O. 1220/1933 [R.V. 1933, n. 15], Nr. 1, ohne Foliierung. Wohl aufgrund der überwiegend negativen oder zumindest zurückhaltenden Wertungen der Bischöfe sah das Heilige Offizium davon ab, ein eigenes Verfahren einzuleiten. Gleichwohl flossen aber die Erwägungen über eine Verurteilung der „Gottlosen“ in die seit dem Herbst 1934 unternommenen Bemühungen der Kongregation ein, die „Irrtümer des 20. Jahrhunderts“ – Nationalsozialismus, Kommunismus, Totalitarismus, Rassismus – insgesamt einer „damnatio“ zu unterwerfen.
con cui Vostra Eminenza Reverendissima si compiaceva di comunicarmi il veneratissimo desiderio del Santo Padre, che fossero interpellati i principali Vescovi della Germania se ed in qual modo ritengano opportuna una condanna della Organizzazione dei „Senza Dio = Gottlosen“, ho interrogato subito i due Eminentissimi Cardinali di Breslavia e di Colonia, i due Arcivescovi di Friburgo 3
Der Brief Gröbers an O. vom 28.02.1933, kam, ins Italienische übersetzt, ganz offiziell durch die Nuntiatur ans Staatssekretariat, nicht wie Burkard, Häresie und Mythus, S. 247/248, vermutet, über Leiber. Gröbers Stellungnahme erfolgte nicht isoliert, sondern auf ausdrückliche Anfrage des Staatssekretariates im Auftrag Pius’ XI. Auszüge des deutschen Textes des Gröber-Briefes bei Burkard, ebd., Anm. 951.
e di Paderborn e i due Vescovi di Berlino e di Hildesheim. Quattro dei suddetti Ordinari hanno risposto subito e io mi onoro di rimettere, qui accluso, una copia del loro esposto; due, e precisamente l’Arcivescovo di Paderborn e il Vescovo di Hildesheim, non hanno ancora scritto. Giudicando opportuno non protrarre oltre la mia risposta, mi riserbo di far seguire poi le due lettere mancanti.
2Come Vostra Eminenza potrà rilevare dai quattro scritti qui allegati, il parere degli Eminentissimi ed Eccellentissimi Ordinari interpellati è vario; prevale però il concetto di omettere una propria e specifica condanna e si preferirebbe invece una parola autorevole di incoraggiamento per la lotta già alacremente ingaggiata.
3In ossequio al venerato desiderio espressomi da Vostra Eminenza mi permetto aggiungere rispettosamente anche il mio parere:
41) Per quanto riguarda la lode per il lavoro già fatto, osservo che bisognerà precisarla bene, onde evitare il pericolo che venga – in questo momento – interpretata come una mossa per riabilitare un passato, che l’attuale Governo accusa di inerzia nel reprimere precisamente il comunismo bolscevista; io ritengo sarebbe opportune evitare anche un preciso accenno alle benemerenze – del resto reali – della Organizzazione detta „Volksverein“, perché la sua opera, anche in questi ultimi mesi, non fu cosi apolitica, come comporterebbe il suo programma.
52) Il pericolo, – cui accenna più di un Vescovo – che una tale condanna possa riuscire superflua, verrebbe eliminato, a mio modesto parere, se invece di una semplice condanna generica, si pubblicassero delle risposte a una serie di dubbi debitamente formulati ed estesi anche alle Associazioni affini, a cui fa allusione il Vescovo di Berlino.
63) È certo inoltre, che vi sono dei poveri operai, che furono attratti a iscriversi nelle organizzazioni dei „Senza Dio“ solo dalla speranza di poter così migliorare la loro condizione economica: essi infatti ancora oggi ritengono che la religione (alleata secondo loro del capitalismo) è l’ostacolo principale al loro miglioramento economico. Costoro non combattono la religione in quanto tale, ma solo come supposto ostacolo al loro benessere materiale. Forse questo loro stato d’animo potrebbe esser oggetto di un dubbio ben formulato, onde provocare una risposta, che sia illuminatrice e della gravità del passo da essi fatto e della falsità delle promesse che determinarono la loro apostasia.
74) Anche il contegno di genitori bolscevichi o indifferenti che sottraggono i loro figli a qualsiasi contatto con la religione, inviandoli a scuole laiche cioè atee, potrebbe esser materia di un dubbio e di una opportuna risposta; devo però notare che in questi giorni il Governo hitleriano ha fatto chiudere in Prussia tutte le scuole laiche. Condannare oggi questi genitori, se la condanna riguarda solo la Germania, potrebbe sembrare superflua e poco riguardosa per i Governi precedenti.
85) Oltre questa condanna dei „Senza Dio“, emanata sotto forma di risposte a determinati dubbi, mi permetto richiamare l’attenzione di Vostra Eminenza sullo sfruttamento, che fa la propaganda bolscevica per i suoi diabolici scopi del fatto, che i credenti qui in Germania, come del resto anche in altre nazioni (Polonia, Ungheria ...) sono costretti a pagare la „tassa del culto“4
Alle „Religionsgesellschaften, welche Körperschaften des öffentlichen Rechtes sind“, waren berechtigt, von ihren Angehörigen „aufgrund der bürgerlichen Steuerlisten nach Maßgabe der landesrechtlichen Bestimmungen“ Steuern zu erheben; Art. 137 WV, Abs. 6. Vgl. allg. zu den Kirchenfinanzen während der Zeit der Weimarer Republik Hans-Georg Aschoff: Die Weimarer Republik. Rechtliche Rahmenbedingungen, in: Gatz (Hg.), Geschichte des kirchlichen Lebens VI, S. 267-271. – Bereits Pacelli hatte in seiner Finalrelation vom November 1929 auf die Problematik der Kirchensteuer hingewiesen: die besonders in wirtschaftlichen Krisensituationen neben dem sonstigen Steueraufkommen als drückend empfundene Kirchensteuerlast, bilde vielfach den Anlaß, aus der Kirche auszutreten; Wolf / Unterburger (Bearb.), Pacelli. Die Lage der Kirche in Deutschland 1929, S. 203.
, che per maggior odiosità viene riscossa dalla stessa agenzia civile della imposta a favore della rispettiva confessione religiosa di ogni fedele. È quasi sempre da questa imposta, che il bolscevista inizia la sua propaganda antireligiosa, ottenendo molto spesso che il povero si decida a segregarsi dalla sua chiesa ufficialmente, per sottrarsi così alla imposta di culto: l’organizzazione bolscevica ha per questo scopo organizzato un servizio gratuito e sempre pronto per stendere l’atto notarile, con cui il fedele comunica alla sua chiesa, che intende separarsi.5
 Vgl. auch Pacelli, Finalrelation 1929: „Causa di queste uscite sono: la intensa propaganda (Kirchenaustrittspropaganda) promossa specialmente dai comunisti, i quali, per es. a Berlino hanno istituito degli uffici centrali, ove dietro il pagamento di soli due marchi si compiono tutte le pratiche ufficiali necessarie per la uscita della Chiesa”; Wolf / Unterburger (Bearb.), Pacelli. Die Lage der Kirche in Deutschland 1929, S. 104.
Forse una lettera confidenziale ai Vescovi, perché studino il modo di rendere meno odioso questo contributo dei fedeli, tramutandolo possibilmente in offerte libere, potrebbe privare il bolscevismo di una delle armi più sfruttate. È facile prevedere che una simile riforma si ripercuotrebbe con enormi conseguenze economiche su molte opere cattoliche, non escluse le Missioni, ma è anche certo che il vantaggio spirituale sarebbe grande sia come difesa contro il bolscevismo, sia come impulso a praticare la carità spontaneamente e quindi con maggior merito.
Anhang
1Conrad Gröber: Ursachen und Abwehr der Gottlosenbewegung, in: Freiburger Vereinskorrespondenz 7 (1933), S. 19-29; Bertram: De condemnanda et avertenda agitatione atheistarum (Gottlosenbewegung), Breslau, 27. 02. 1933; Gröber an Orsenigo, 28.02.1933 (Übersetzung ins Italienische): negativ; Schreiber an Orsenigo, Berlin, 04.03.1933 (lat. Original); Schulte an Orsenigo, Köln, 28.02.1933 (Übersetzung ins Italienische): Zweifel.

1 Vgl. O.s ausführliches Memorandum vom 04.08.1930. Zur selben Sache berichtete am 11.03.1933 auch Nuntius Vassallo di Torregrossa aus München [Prot. No. 4126]; Oggetto: Risposta al riservato sopra una condanna dei Gottlosen; ACDF, S. O. 1220/1933 [R.V. 1933, n. 15], Nr. 4, ohne Foliierung. Als Anlage sandte er Stellungnahmen der bayerischen Bischöfe zur Frage einer Verurteilung der „Gottlosen“ an Pacelli: Kumpfmüller, Augsburg, 04.03.1933 (Zweifel, ob eine Verurteilung ausreichend bzw. überhaupt wirksam); Hauck, Bamberg, 06.03.1933 (Zweifel); Buchberger, Regensburg, 03.03.1933 (rät von Verurteilung ab); wegen seiner Ausführungen zur Frage des Vorgehens gegen den Kommunismus vor allem bemerkenswert der Brief Faulhabers an Vassallo di Torregrossa, München, 05.03.1933, publiziert in: Volk (Bearb.), Akten Faulhabers I, Nr. 272, S. 656–658, hier: Seit dem Reichstagsbrand sei eine neue Situation gegeben; die NS-Regierung wüte mit aller Gewalt gegen Kommunisten und Sozialisten. „Es scheint mir nicht ratsam, in diesem Augenblick auch noch von kirchlicher Seite den Komunismus zu verdammen. Die gegenwärtige Reichsregierung würde in einer solchen Kundgebung des Hl. Offiziums das größte Lob für sich erblicken, und andererseits würde die kommunistische Partei die Maßnahmen der Reichsregierung auf ein Kommando von Rom zurückführen [...]. Mit staatspolizeilichen Gewaltmitteln allein wird die kommunistische Gefahr nicht beseitigt. […] Das Ziel der Kirche […] ist nicht die Vernichtung der Kommunisten, sondern ihre Bekehrung. Nicht ihre Einkerkerung, sondern ihre Entproletarisierung im Sinne von ,Quadragesimo anno.’ […] Am 1. März dieses Jahres habe ich Gelegenheit gehabt, den Herrn Vizekanzler von Papen, einen aufrichtigen Katholiken [über diese Angelegenheit] zu sprechen.“
2 Pacelli hatte am 20. 02. 1933 „im Auftrag des Hl. Vaters“ die beiden Nuntien in Deutschland gebeten, die Meinung der Bischöfe über eine Verurteilung der „Gottlosen-Bewegung“ durch das Heilige Offizium einzuholen. Am 29.03.1933 leitete er die Berichte Orsenigos und Vassallos einschließlich der bischöflichen Stellungnahmen an den Sekretär des Heiligen Offiziums, Sbarretti, weiter; ACDF, S. O. 1220/1933 [R.V. 1933, n. 15], Nr. 1, ohne Foliierung. Wohl aufgrund der überwiegend negativen oder zumindest zurückhaltenden Wertungen der Bischöfe sah das Heilige Offizium davon ab, ein eigenes Verfahren einzuleiten. Gleichwohl flossen aber die Erwägungen über eine Verurteilung der „Gottlosen“ in die seit dem Herbst 1934 unternommenen Bemühungen der Kongregation ein, die „Irrtümer des 20. Jahrhunderts“ – Nationalsozialismus, Kommunismus, Totalitarismus, Rassismus – insgesamt einer „damnatio“ zu unterwerfen.
3 Der Brief Gröbers an O. vom 28.02.1933, kam, ins Italienische übersetzt, ganz offiziell durch die Nuntiatur ans Staatssekretariat, nicht wie Burkard, Häresie und Mythus, S. 247/248, vermutet, über Leiber. Gröbers Stellungnahme erfolgte nicht isoliert, sondern auf ausdrückliche Anfrage des Staatssekretariates im Auftrag Pius’ XI. Auszüge des deutschen Textes des Gröber-Briefes bei Burkard, ebd., Anm. 951.
4 Alle „Religionsgesellschaften, welche Körperschaften des öffentlichen Rechtes sind“, waren berechtigt, von ihren Angehörigen „aufgrund der bürgerlichen Steuerlisten nach Maßgabe der landesrechtlichen Bestimmungen“ Steuern zu erheben; Art. 137 WV, Abs. 6. Vgl. allg. zu den Kirchenfinanzen während der Zeit der Weimarer Republik Hans-Georg Aschoff: Die Weimarer Republik. Rechtliche Rahmenbedingungen, in: Gatz (Hg.), Geschichte des kirchlichen Lebens VI, S. 267-271. – Bereits Pacelli hatte in seiner Finalrelation vom November 1929 auf die Problematik der Kirchensteuer hingewiesen: die besonders in wirtschaftlichen Krisensituationen neben dem sonstigen Steueraufkommen als drückend empfundene Kirchensteuerlast, bilde vielfach den Anlaß, aus der Kirche auszutreten; Wolf / Unterburger (Bearb.), Pacelli. Die Lage der Kirche in Deutschland 1929, S. 203.
5  Vgl. auch Pacelli, Finalrelation 1929: „Causa di queste uscite sono: la intensa propaganda (Kirchenaustrittspropaganda) promossa specialmente dai comunisti, i quali, per es. a Berlino hanno istituito degli uffici centrali, ove dietro il pagamento di soli due marchi si compiono tutte le pratiche ufficiali necessarie per la uscita della Chiesa”; Wolf / Unterburger (Bearb.), Pacelli. Die Lage der Kirche in Deutschland 1929, S. 104.
Biographien (11):Sachdatensätze (1):

Berichte des Apostolischen Nuntius Cesare Orsenigo
aus Deutschland 1930 bis 1939
Im Auftrag des Deutschen Historischen Instituts in Rom und in Kooperation mit der Kommission für
Zeitgeschichte Bonn und dem Archivio Segreto Vaticano herausgegeben von Thomas Brechenmacher
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