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lfd. Nr.
116
Prot. Nr.
7456
Sender
Orsenigo
Empfänger
Pacelli
Ort
Berlin
Datum
17.06.1933
Archiv
AA.EE.SS. Germania, Pos. 643, fasc. 160, fol. 3r-4v
Betreff
Circa un incidente diplomatico
Regest
Die diplomatische Affäre Habicht / Wasserbäck zwischen Deutschland und Österreich; Intervention Orsenigos beim deutschen Außenministerium in seiner Eigenschaft als Dekan des Diplomatischen Corps.1
Vgl. korrespondierend die Aufzeichnung des Staatssekretärs von Bülow über den Besuch O.s am 15.06.1933, in: Albrecht (Bearb.), Notenwechsel III, S. 2/3.
Dokument
1Mi faccio un dovere di informare esattamente Vostra Eminenza Reverendissima circa l’arresto di un membro del Corpo Diplomatico accreditato presso il Reich, avvenuto martedì notte in Berlino, molto più che probabilmente esso potrà avere una vasta eco anche per quanto riguarda la retta interpretazione delle immunità del personale diplomatico.
2Devo premettere che fra i vari motivi di tensione fra la Germania e l’Austria aveva in questi giorni agito notevolmente anche il fatto che il Governo del Reich aveva nominato già da alcune settimane un certo Signor Habicht, che già trovavasi in Austria quale agente nazionalsocialista, addetto della Stampa alla Legazione di Germania a Vienna, notificando la nomina al Governo d’Austria, il quale avrebbe – secondo quanto si dice nei giornali – ricusato di accogliere una simile nomina, ciò che doveva equivalere a dichiararlo persona non gradita; ed in seguito il Governo d’Austria aveva, riferendosi, pare, alla sua attività nazionalsocialista in Austria, imprigionato il Sig. Habicht e perquisitane l’abitazione.2
Der NS-Aktivist Theo Habicht agitierte seit 1932 als Landesinspekteur der NSDAP in Österreich. Im Zuge des Vorgehens der Regierung Dollfuß gegen den nationalsozialistischen Terror in Österreich sah sich Habicht Ende Mai 1933 von der Ausweisung bedroht. Diesem Schritt zuvorzukommen, ernannte Hitler Habicht zum Preseattaché bei der deutschen Gesandtschaft in Wien: der Diplomatenstatus sollte Habicht schützen. Allerdings nahm die österreichische Regierung diese Ernennung nicht an, ließ Habicht am 12.06.1933 verhaften und seine Wohnung durchsuchen, anschließend wurde Habicht abgeschoben. Wie angedroht, reagierte die deutsche Regierung ihrerseits mit der Ausweisung des Leiters der Presseabteilung der österreichischen Gesandtschaft in Berlin, des Priesters Erwin Wasserbäck. Vgl. Akten zur deutschen Auswärtigen Politik (ADAP), Serie C I,2, Nr. 256, 267, 298, 305-307, 310, 313; Ross, Hitler und Dollfuß, S. 38 und S. 51-55, Hanisch, Der lange Schatten des Staates, S. 319/320, sowie Albrecht (Bearb.), Notenwechsel III, S. 3, Anm. 1.
Di fronte a questi fatti, che pare non siano stati considerati da nessun diplomatico di Austria come una violazione dell’immunità diplomatica, atteso che il Sig. Habicht non era ancora ufficialmente membro del Corpo Diplomatico, il Governo del Reich ha fatto arrestare martedì notte, per mezzo di un manipolo di poliziotti della squadra politica, l’addetto alla stampa della Legazione Austriaca presso il Reich, certo Signor Wasserbäck, Sacerdote di intemerata condotta politica e diplomatica, già membro della Legazione austriaca in Berlino da parecchi anni.3
Wasserbäck wurde in der Nacht zum 14.06.1933 verhaftet, tags darauf auf Weisung Hitlers jedoch wieder entlassen. Seine Akkreditierung als Presseattaché wurde ihm entzogen, so daß er Deutschland unverzüglich verlassen mußte. Ein Hinweis auf direkte Anweisung Görings zur Verhaftung Wasserbäcks geht aus den, in den ADAP publizierten, Dokumenten nicht hervor (vgl. vorangehende Anm.).
Il Rev. Wasserbäck, destato alle due di notte, alla richiesta della polizia oppose la dichiarazione della sua qualità diplomatica e degli inerenti privilegi di immunità. La polizia rispose che essa agiva, (lo comunico molto confidenzialmente) “per preciso ordine del Ministro Göring”. Il Sig. Wasserbäck, dopo aver interpellato telefonicamente i suoi superiori, dichiarò alla polizia che cedeva solo alla violenza. Egli venne così accompagnato sotto scorta al Palazzo di Polizia, ove rimase come detenuto fino alle ore nove del mattino, poi venne rilasciato col preciso ordine di allontanarsi dalla Germania. Frattanto il suo Ministro era intervenuto in suo favore e il Cancelliere Dollfuss da Londra, ove si trova per la Conferenza4
Internationale Wirtschaftskonferenz in London vom 02.06. bis zum 27.07.1933, einberufen zur Bewältigung der Weltwirtschaftskrise.
, l’aveva già nominato Consigliere di Legazione in Londra: il giorno seguente il Sig. Wasserbäck lasciava definitivamente la Germania e contemporaneamente il Sig. Habicht era liberato a Vienna e lasciava definitivamente l’Austria.
3Per quanto riguarda un eventuale intervento del Decano del Corpo Diplomatico, non fu necessario per ottenere la liberazione dell’arrestato, perché vi provvide la Legazione d’Austria senza ricorrere alla Nunziatura Apostolica. Quando corsero le prime voci circa l’avvenuto, il Sig. Wasserbäck era già a piede libero e già promosso anche alla Legazione di Londra. I giornali berlinesi riferirono alla sera il fatto dell’espulsione del Sig. Wasserbäck, ma non fecero parola dell’arresto. Data la gravità del fatto e la ripercussione che avrebbe avuto nel Corpo Diplomatico, ho procurato di esser subito esattamente informato di tutto da parte della Legazione di Austria, e il giorno successivo mi sono pure rivolto al Ministero degli Esteri per lo stesso scopo e per conoscere al tempo stesso il pensiero del Governo per quanto riguardava la violazione delle immunità diplomatiche. Nell’assenza del Ministro degli Esteri, trattenuto a Londra per la Conferenza economica, fui ricevuto dal Segretario di Stato von Bülow, che molto gentilmente, appena conosciuto lo scopo della mia visita, cominciò a narrarmi quanto era avvenuto in Austria nei riguardi del Signor Habicht: allora io soggiunsi che veramente ciò non entrava nella mia richiesta poiché io intendevo riferirmi assolutamente ed esclusivamente al fatto avvenuto in Berlino a riguardo di un membro del Corpo Diplomatico berlinese: alla questione, che esisteva fra Germania ed Austria, io intendevo di rimanere affatto estraneo: ciò di cui mi interessavo era del fatto dell’arresto del Signor Wasserbäck quale diplomatico, senza riferirmi ai fatti che possono aver dato occasione all’arresto stesso, ritenendo che il privilegio dell’immunità debba persistere al disopra di ogni contingenza, come infatti rimane anche nel caso di una intimazione di guerra. Allora il Signor von Bülow mi disse: “II Signor Wasserbäck fu arrestato per una misura di rappresaglia contro il contegno dell’Austria verso il Sig. Habicht. Io so che la rappresaglia è ammessa nei rapporti internazionali, ma vedo anche, che ora è venuta a cadere sul terreno privilegiato della diplomazia. Questo è penoso. (regrettable) Tanto io quanto il Cancelliere Hitler desideriamo e intendiamo rispettare e mantenere tutti i privilegi diplomatici. Io spero e mi auguro che in futuro né in Germania né in qualsiasi altra nazione abbiano a ripetersi fatti simili.”5
„Ich [...] sagte dem Nuntius, die Verhaftung des Herrn Wasserbäck und die Aufforderung an die Österreichische Gesandtschaft, daß Herr Wasserbäck unverzüglich das Reichsgebiet verlasse, sei eine Retorsion wie sie völkerrechtlich zulässig und üblich sei für die Maßnahmen, die die Österreichische Regierung gegen ein Mitglied der Deutschen Gesandtschaft in Wien unternommen habe [...]. Der Nuntius [...] gab sich mit diesem Bescheid nicht zufrieden, sondern bat um eine prinzipielle Erklärung über die Bedeutung unseres Vorgehens. Ich sagte daraufhin dem Nuntius, es handele sich im Fall Wasserbäck lediglich um eine Maßnahme der Retorsion. Daß die Reichsregierung die Notwendigkeit einer solchen Retorsion gegen ein Mitglied des Diplomatischen Corps bedauere und hoffe, daß nicht wieder Anlaß zu einem solchen Einbruch in die Vorrechte und Immunitäten eines Diplomaten sein werde. Die Reichsregierung halte von sich aus darauf, die diplomatischen Priviliegien gewahrt zu sehen“ (Aufzeichnung Bülows, 15.06.1933, in: Albrecht (Bearb.), Notenwechsel III, S. 2/3, Zit. S. 3).
– Dopo di che mi accommiatai, dopo essermi accertato che potevo far uso di queste sue dichiarazioni con i Colleghi del Corpo Diplomatico.
4Io ho creduto necessario fare questo passo amichevole, ma pur indagatore, presso il Governo per mostrare ai Colleghi che il Decano non era rimasto del tutto inerte: un passo più deciso, cioè una protesta formale io ritengo di non farla, se non dietro formale incarico del Corpo Diplomatico. Può darsi che queste dichiarazioni, sebbene lascino margine ancora a qualche più precisa domanda, siano dai Diplomatici ritenute bastevoli, e questo mi esonererebbe dal procedere su un terreno, che è particolarmente scabroso, sia, atteso il fatto che l’arresto fu apertamente e notoriamente comandato da un Ministro, sia per il pericolo che la difesa di un principio giurico di diplomazia venga interpretato o presentato dal giornalismo come un’ingerenza nella questione, oggi scottante, che si discute fra Berlino e Vienna. – In ogni modo, poiché ormai si tratta solo di salvaguardare dei diritti teoreticamente, e la questione personale del diplomatico Wasserbäck già risolta, non sarà male se il passo dei Diplomatici di Berlino, qualora si dovesse proprio compiere, sia ritardato di qualche tempo.
5Fortunatamente la Legazione di Austria non mi ha chiesto nessun intervento in suo favore, né durante l’arresto, né più tardi; e del resto ciò che oggi interessa il Corpo Diplomatico è una pura questione di immunità, per la quale tutti i Diplomatici sono egualmente impegnati.
Anhang

1 Vgl. korrespondierend die Aufzeichnung des Staatssekretärs von Bülow über den Besuch O.s am 15.06.1933, in: Albrecht (Bearb.), Notenwechsel III, S. 2/3.
2 Der NS-Aktivist Theo Habicht agitierte seit 1932 als Landesinspekteur der NSDAP in Österreich. Im Zuge des Vorgehens der Regierung Dollfuß gegen den nationalsozialistischen Terror in Österreich sah sich Habicht Ende Mai 1933 von der Ausweisung bedroht. Diesem Schritt zuvorzukommen, ernannte Hitler Habicht zum Preseattaché bei der deutschen Gesandtschaft in Wien: der Diplomatenstatus sollte Habicht schützen. Allerdings nahm die österreichische Regierung diese Ernennung nicht an, ließ Habicht am 12.06.1933 verhaften und seine Wohnung durchsuchen, anschließend wurde Habicht abgeschoben. Wie angedroht, reagierte die deutsche Regierung ihrerseits mit der Ausweisung des Leiters der Presseabteilung der österreichischen Gesandtschaft in Berlin, des Priesters Erwin Wasserbäck. Vgl. Akten zur deutschen Auswärtigen Politik (ADAP), Serie C I,2, Nr. 256, 267, 298, 305-307, 310, 313; Ross, Hitler und Dollfuß, S. 38 und S. 51-55, Hanisch, Der lange Schatten des Staates, S. 319/320, sowie Albrecht (Bearb.), Notenwechsel III, S. 3, Anm. 1.
3 Wasserbäck wurde in der Nacht zum 14.06.1933 verhaftet, tags darauf auf Weisung Hitlers jedoch wieder entlassen. Seine Akkreditierung als Presseattaché wurde ihm entzogen, so daß er Deutschland unverzüglich verlassen mußte. Ein Hinweis auf direkte Anweisung Görings zur Verhaftung Wasserbäcks geht aus den, in den ADAP publizierten, Dokumenten nicht hervor (vgl. vorangehende Anm.).
4 Internationale Wirtschaftskonferenz in London vom 02.06. bis zum 27.07.1933, einberufen zur Bewältigung der Weltwirtschaftskrise.
5 „Ich [...] sagte dem Nuntius, die Verhaftung des Herrn Wasserbäck und die Aufforderung an die Österreichische Gesandtschaft, daß Herr Wasserbäck unverzüglich das Reichsgebiet verlasse, sei eine Retorsion wie sie völkerrechtlich zulässig und üblich sei für die Maßnahmen, die die Österreichische Regierung gegen ein Mitglied der Deutschen Gesandtschaft in Wien unternommen habe [...]. Der Nuntius [...] gab sich mit diesem Bescheid nicht zufrieden, sondern bat um eine prinzipielle Erklärung über die Bedeutung unseres Vorgehens. Ich sagte daraufhin dem Nuntius, es handele sich im Fall Wasserbäck lediglich um eine Maßnahme der Retorsion. Daß die Reichsregierung die Notwendigkeit einer solchen Retorsion gegen ein Mitglied des Diplomatischen Corps bedauere und hoffe, daß nicht wieder Anlaß zu einem solchen Einbruch in die Vorrechte und Immunitäten eines Diplomaten sein werde. Die Reichsregierung halte von sich aus darauf, die diplomatischen Priviliegien gewahrt zu sehen“ (Aufzeichnung Bülows, 15.06.1933, in: Albrecht (Bearb.), Notenwechsel III, S. 2/3, Zit. S. 3).
Biographien (5):Sachdatensätze ():

Berichte des Apostolischen Nuntius Cesare Orsenigo
aus Deutschland 1930 bis 1939
Im Auftrag des Deutschen Historischen Instituts in Rom und in Kooperation mit der Kommission für
Zeitgeschichte Bonn und dem Archivio Segreto Vaticano herausgegeben von Thomas Brechenmacher
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