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lfd. Nr.
105
Prot. Nr.
7216
Sender
Orsenigo
Empfänger
Pacelli
Ort
Berlin
Datum
13.05.1933
Archiv
AA.EE.SS. Germania, Pos. 643, fasc. 160, fol. 21r-22v
Betreff
Tentativi di riforma delle Chiese Evangeliche
Regest
Umbau der evangelischen Kirchengemeinschaften in Deutschland zu einer evangelischen Reichskirche unter einem Reichsbischof: frühere Überlegungen und aktueller Stand der internen Diskussion; die Thesen der „Jungreformatorischen Bewegung“; avisiert Besuch des bayerischen Justizministers Frank in Rom.
Dokument
1I ripetuti ed insistenti tentativi di introdurre alcune riforme nelle Chiese Evangeliche di Germania rivelano, che questo movimento politico-religioso, che appariva sulle prime incerto ed assai contrastato, ha assunto in questi ultimi giorni forme così concrete, che probabilmente potranno anche esser tradotte in atto; perciò credo mio dovere riferire brevemente in proposito a Vostra Eminenza Reverendissima.
2L’idea di una chiesa nazionale (Reichskirche) era già affiorata in Germania durante la guerra: il professore Weinel di Jena aveva pubblicato in proposito vari scritti;1
Heinrich Weinel: Die deutsche Reichskirche, München o.D. [ca. 1915] (= Schriften des Dürerbundes, 145). Erst nach O.s Bericht erschien Heinrich Weinel: Die Deutsche Evangelische Kirche. Ihre Notwendigkeit, ihre Aufgaben, ihre Gestaltung und ihr Bekenntnis nebst einer Chronik der Versuche deutscher kirchlicher Einigung von 1807 bis zum 1. Juni 1933, Gotha 1933; vgl. auch Heinrich Weinel: Lebensfragen. Schriften und Reden, Tübingen o. J.
ma poi l’esito della guerra rese d’attualità ben altri problemi e la susseguente Costituzione di Weimar affermò invece la quasi separazione di Chiesa e Stato, assicurando alla Chiesa la piena libertà nell’ambito religioso.
3Con l’avvento al potere dei nazionalsocialisti è rinata l’antica proposta di avere una chiesa evangelica unica, nazionale: unica per quanto è possibile, cioè con almeno un unico capo, “un Reichsbischof”, per quanto concerne la parte rappresentativa e gli eventuali contatti ufficiali con lo stato. Contribuirono a far nascere questo desiderio parecchi elementi psicologici, religiosi e non religiosi, e cioè: 1) lo spirito di reazione alla Costituzione di Weimar; 2) il desiderio di cementare il più possibile l’unità del popolo tedesco; 3) il bisogno di ovviare lo spettacolo, poco rassicurante per la verità della dottrina, di insegnamenti diversi e talvolta opposti su punti essenziali di fede.
4Come si può facilmente comprendere, il movimento riformatore fu da principio capitanato per lo più da promotori guidati piuttosto da considerazioni politiche, senza alcuna conoscenza dell’intima struttura di una confessione religiosa e si parlò senz’altro di “chiesa dello stato”, presieduta e guidata dal Cancelliere del Reich, che avrebbe nominato, con i pieni poteri che già possiede, dei Commissari del Reich per la direzione della … nuova chiesa. Ma poi il movimento si modificò: sotto la esplicita reazione e la severa critica dei Capi già esistenti, i quali intuirono subito come questo passo contrastava col carattere religioso ed affievoliva, se non anche annientava, le libertà ed i diritti consacrati dai Concordati, il movimento riformatore assunse un atteggiamento più religioso e più consapevole della dignità della Chiesa di fronte allo Stato, ed ora il nucleo più forte ha pubblicato il suo programma per una riforma ed un ringiovanimento delle Chiese Evangeliche di Germania in 12 tesi, che invio qui allegate in foglio separato.2
„Aufruf der Jungreformatorischen Bewegung zum Neubau der Kirche“, 09.05.1933, in: Gauger, Joachim, Chronik der Kirchenwirren, Teil 1: 1932–1934, Elberfeld 1934, S. 77/78. – Die Jungreformatorische Bewegung um Theologen wie Walther Künneth, Hanns Lilje und Martin Niemöller trat gegen den Anspruch der „Deutschen Christen“ auf, den gesamten Protestantismus in Deutschland zu vertreten. Vor allem wandte sie sich aber gegen die Verquickung von Staat und Kirche. Die Kirche müsse zuallererst Kirche bleiben und sich frei von staatlichem Einfluß halten. Die Jungreformatoren unterstützten die Kandidatur Bodelschwinghs für das Amt des Reichsbischofs. Vgl. Scholder, Die Kirchen und das Dritte Reich I, S. 406–409; Meier, Kreuz und Hakenkreuz, S. 41/42.
5Sono notevoli certe proposte e considerazioni apparse nei giornali in occasione di questo dibattito, come per esempio questa di von der Bopp (Tägliche Rundschau del 16 aprile 1933, No. 90) in un articolo intitolato: “Che cosa dobbiamo fare?”
6[Zitiert einige Auszüge aus dem genannten Artikel, der einen “fundamentalen Umbau” der deutschen evangelischen Kirche im Sinne einer pastoralen Reinigung und Erneuerung fordert.]
7Le 12 tesi ora apparse e che pare incontrino larga adesione, oltre prescindere affatto da una dipendenza indebita dallo stato, proponendo anzi che il “Reichsbischof” sia nominato subito del così detto Direttorio e non dal Cancelliere (tesi 3a), arrivano ad escludere dalla formazione della comunità religiosa ogni lotta di razza (tesi 7a), e persino a riconoscere l’errore commesso con l’abolire nella gerarchia l’autorità docente, invocando sia costituita (tesi 5a) una “ferma autorità insegnante”, che sia sprone e guida per una soda [sic!] predicazione.3
Vgl. Scholder, Die Kirchen und das Dritte Reich I, S. 407/408.
8Non mancherò di informare anche in seguito Vostra Eminenza circa lo svolgersi di questo movimento religioso.
9Mi consta da fonte, che ritengo attendibile, che il Ministro Frank di Baviera ha in programma un viaggio a Roma; vi arriverà verso il giorno 12 giugno, e nei giorni 14 e 15 desidererebbe avere dei colloqui con Vostra Eminenza4
Verschlüsselt ab „Vostra Eminenza“; Dechiffre fol. 24r.
allo scopo di ottenere modifiche circa applicazione dell’articolo 10 del Concordato Bavarese attese mutati condizioni dei tempi e specialmente difficoltà in cui trovasi lo Stato.5
Art. 10 des Bayerischen Konkordates vom März 1924 schreibt relativ umfangreiche vermögensrechtliche Verpflichtungen des Bayerischen Staates gegenüber den bischöflichen Stühlen und weiteren kirchlichen Einrichtungen fest. – Ein Besuch Hans Franks in Rom konnte nicht nachgewiesen werden; vgl. Schenk, Hans Frank.
Anhang
1La Chiesa Evangelica e le dodici tesi del movimento giovanile riformatore tedesco (italienische Übersetzung aus Deutsche Allgemeine Zeitung., Nr. 221, 12.05.1933).

1 Heinrich Weinel: Die deutsche Reichskirche, München o.D. [ca. 1915] (= Schriften des Dürerbundes, 145). Erst nach O.s Bericht erschien Heinrich Weinel: Die Deutsche Evangelische Kirche. Ihre Notwendigkeit, ihre Aufgaben, ihre Gestaltung und ihr Bekenntnis nebst einer Chronik der Versuche deutscher kirchlicher Einigung von 1807 bis zum 1. Juni 1933, Gotha 1933; vgl. auch Heinrich Weinel: Lebensfragen. Schriften und Reden, Tübingen o. J.
2 „Aufruf der Jungreformatorischen Bewegung zum Neubau der Kirche“, 09.05.1933, in: Gauger, Joachim, Chronik der Kirchenwirren, Teil 1: 1932–1934, Elberfeld 1934, S. 77/78. – Die Jungreformatorische Bewegung um Theologen wie Walther Künneth, Hanns Lilje und Martin Niemöller trat gegen den Anspruch der „Deutschen Christen“ auf, den gesamten Protestantismus in Deutschland zu vertreten. Vor allem wandte sie sich aber gegen die Verquickung von Staat und Kirche. Die Kirche müsse zuallererst Kirche bleiben und sich frei von staatlichem Einfluß halten. Die Jungreformatoren unterstützten die Kandidatur Bodelschwinghs für das Amt des Reichsbischofs. Vgl. Scholder, Die Kirchen und das Dritte Reich I, S. 406–409; Meier, Kreuz und Hakenkreuz, S. 41/42.
3 Vgl. Scholder, Die Kirchen und das Dritte Reich I, S. 407/408.
4 Verschlüsselt ab „Vostra Eminenza“; Dechiffre fol. 24r.
5 Art. 10 des Bayerischen Konkordates vom März 1924 schreibt relativ umfangreiche vermögensrechtliche Verpflichtungen des Bayerischen Staates gegenüber den bischöflichen Stühlen und weiteren kirchlichen Einrichtungen fest. – Ein Besuch Hans Franks in Rom konnte nicht nachgewiesen werden; vgl. Schenk, Hans Frank.
Biographien (3):Sachdatensätze (1):

Berichte des Apostolischen Nuntius Cesare Orsenigo
aus Deutschland 1930 bis 1939
Im Auftrag des Deutschen Historischen Instituts in Rom und in Kooperation mit der Kommission für
Zeitgeschichte Bonn und dem Archivio Segreto Vaticano herausgegeben von Thomas Brechenmacher
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