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lfd. Nr.
319
Prot. Nr.
6668
Sender
Orsenigo
Empfänger
Pacelli
Ort
Berlin
Datum
15.03.1933
Archiv
AA.EE.SS. Germania, Pos. 609, fasc. 127, fol. 48r-51v
Betreff
Ratifica Concordato del Baden
Regest
Konkordat mit Baden: der dramatische Ablauf des Ratifikationsaktes; die letzte Amtshandlung der gewählten badischen Regierung.1
Zur Ratifikationszeremonie, vgl. Rehberger, Gleichschaltung, S. 40-51 und 102/103, sowie, mit weiteren Quellenstellen, Plück, Das badische Konkordat, S. 167-170.
Dokument
1Facendo seguito al mio brevissimo Cifrato Nr. 66 da Karlsruhe2
Vgl. Anm. zu Bericht No. 6594 vom 08.03.1933.
, ed all’altro Nr. 67 fatto spedire da Berlino in data 11 Marzo3
Colli an Pacelli, Berlin, 11.03.1933 [Cifrato No. 67 – Dechiffre]: “Monsignor Nunzio segretamente da Karlsruhe mi incarica comunicare: Scambio ratifiche avvenuto colà stamane con antico governo ancora in carica tre ore avanti ora fissata. Un’ora dopo ratificato Concordato coi protestanti. Oggi ore 11 governo Baden scaduto” (AA.EE.SS. Germania, Pos. 609, fasc. 127, fol. 42r).
, concernente lo scambio dei documenti di ratifica del Concordato del Baden, mi faccio un dovere di aggiungere ora qualche altro particolare, onde chiarire la procedura seguita dal Governo del Baden per assicurare al Concordato una piena e sicura validità legale.
2Il Concordato, che, come Vostra Eminenza Reverendissima sa, era stato approvato definitivamente dal Parlamento del Baden solo il 9 Dicembre u.s., non poteva essere ratificato se non trascorsi tre mesi dall’approvazione e dopo la promulgazione nella Gazzetta Ufficiale dell’approvazione stessa. Un tentativo in Parlamento per accorciare questo periodo di tempo non è riuscito, perché la proposta non raccolse i due terzi di voti richiesti dalla legge per una simile deliberazione. Si dovette così attendere fino alla mezzanotte del 9-10 Marzo, perché fossero trascorsi i tre mesi legali; il giorno 10 era necessario per pubblicare nella Gazzetta Ufficiale la Legge Concordataria votata in Parlamento il 9 Dicembre; e così solo il giorno 11 si poteva procedere legalmente allo scambio dei documenti di ratifica.
3Frattanto in queste ultime settimane andava addensandosi sempre più sopra i piccoli Stati del sud la minaccia del Reich di rimuovere i relativi Governi, sostituendovi dei Commissari. La massa dei nazional-socialisti anche nel Baden diventava sempre più impaziente: le rimozioni, sia pure fatte con la violenza, ma poi legalizzate con nomine di Commissarii fatte dal Cancelliere del Reich, diventavano sempre più frequenti. Nel Baden era già stato nominato il Commissario di Polizia.4
Der NS-Staatskommissar Robert Wagner war am 9. März in Karlsruhe eingetroffen.
4Il Governo del Baden ormai vedeva che i suoi giorni erano contati. Esso avrebbe potuto salvare in parte la situazione, cioè l’indipendenza dello Stato e quasi tutti i portafogli, se fosse proceduto ad un rimaneggiamento parziale del Gabinetto, ma questo avrebbe poi reso forse impossibile la ratifica del Concordato, perché si dubitava, ed a ragione, che i nuovi ministri vi si sarebbe rifiutati. Così fu che il Gabinetto del Baden, manovrando con molta abilità per guadagnare tempo e sacrificandosi completamente, cioè andando incontro ad una inevitabile rimozione di “tutto il Gabinetto”, riuscì a portare in porto la ratificazione: è questa una pagina di gloria del caduto Gabinetto, che la storia non deve dimenticare!
5Quando il Gabinetto si accorse che le pratiche intavolate fra i partiti per arrivare “con sufficiente lentezza” ad una intesa con i nazional-socialisti per un eventuale rimaneggiamento del Gabinetto fallivano, minacciando di precipitare gli avvenimenti, e soprattutto quando il Presidente si trovò dinanzi alla decisa volontà di un membro del Gabinetto, passato in quei giorni ai tedesco-nazionali, di dimettersi (questa notizia è confidenziale), il Presidente dello Stato Dr. Schmitt con abile mossa propose le dimissioni di tutto il Gabinetto, restando così in carica, almeno per “sbrigare gli affari in corso”, fin quando si sarebbe poi formato un nuovo Gabinetto: al tempo stesso protestava a Berlino ed appellava al Tribunale di Lipsia contro il tentativo di nominare dei Commissari, adducendo giustamente la ragione che mancavano nel Baden quegli estremi di avvenuti disordini, che potevano giustificare legalmente la nomina di Commissari.
6Tutto questo avveniva, venerdì giorno 10, col solo scopo di guadagnare al Gabinetto ancora almeno 24 ore di tempo. La manovra è riuscita. I nazional-socialisti non osarono procedere; consultarono Berlino e così rimandarono l’occupazione, armata manu, del Ministero al sabato seguente, giorno 11, verso le ore 12: era quanto bastava per arrivare alla ratifica!
7Io ero già d’accordo, che sarei giunto a Karlsruhe in perfetto incognito ed in clergyman sabato mattina alle ore 8.5
O. reiste in Begleitung seines Privatsekretärs Pater Eduard Gehrmann nach Karlsruhe. Gehrmann berichtete seinerseits am 22. März Legationsrat Menshausen vom Auswärtigen Amt über den Verlauf des Ratifikationsaktes; Menshausen war beauftragt, zu prüfen, ob eine förmliche Entschuldigung des Auswärtigen Amtes bei O. opportun sei. Von einer solchen Entschuldigung wurde schließlich abgesehen; Menshausen hatte aus dem Gespräch mit Gehrmann den Eindruck gewonnen, daß „von einer Verstimmung des Nuntius [...] keine Rede sein könne.“ Aufzeichnung Menshausens, Berlin, 23.03.1933, in: Albrecht (Bearb.), Notenwechsel III, S. 1/2, Zit. S. 2; vgl. auch Plück, Das badische Konkordat, S. 170/171.
Fui ricevuto molto silenziosamente alla stazione da un fiduciario del Presidente di Stato, condotto direttamente al Palazzo del Ministero, ove tutti i ministri già mi attendevano in una sala ben addobbata; dopo le presentazioni ed un breve discorso del Presidente per illustrare l’atto, che si stava per compiere, e dopo una mia breve risposta, in cui rilevavo come i Concordati, risolvendo preventivamente molte questioni, sono prezioso istrumento di pace per l’avvenire “purchè però vengano sempre applicati con lo stesso spirito di reciproca concordia, in cui essi sono maturati”, si procedeva alla verifica ed allo scambio dei documenti, ed alle firme del relativo verbale. Alle ore 8,40 tutto era compiuto!
8Alle ore 10 avvenne la ratifica del Concordato con i protestanti; alle ore 11 usciva la Gazzetta Ufficiale di Stato (di cui accludo un numero) con l’annuncio dell’avvenuta ratifica e dell’entrata in vigore del Concordato stesso. Alle ore 12 le masse inquadrate dei nazional-socialisti cominciavano ad affluire dinanzi ai Ministeri. Alle 12,30 il Presidente era dichiarato deposto, ed obbligato a restare in casa propria, col telefono sigillato e sotto la vigilanza di due guardie di polizia.
9Il Presidente allora dichiarò al Commissario di Polizia che, trovandosi in Karlsruhe il Nunzio Apostolico, decano del Corpo Diplomatico, venuto per la ratifica del Concordato, egli reputava un dovere di “cortesia internazionale” intervenire alla colazione, che aveva luogo precisamente a quell’ora in una Casa religiosa di Karlsruhe; gli fu accordato il permesso fino alle ore 14, ma sempre sotto la scorta della polizia, la quale infatti lo accompagnò e rimase di guardia alla porta della sala, ove noi ci trovavamo. Erano presenti alla colazione, oltre il Parroco Prelato Stumpf, presso il quale ero ospitato e dove avevo celebrato segretamente la mattina, il Presidente dello Stato Dr. Schmitt, il Ministro del culto Dr. Baumgartner, che però durante la colazione fu telefonicamente invitato dal Commissario a recarsi immediatamente al Ministero per la consegna dei suoi uffici, ottenendo solo una dilazione di un’ora, attesa la presenza del Nunzio Apostolico, alcuni funzionari e ex-funzionari del Ministero e il Direttore del giornale cattolico Reverendo Dr. Meyer.
10Discorrendo affiorò la proposta di associare strettamente nella cronaca del Giornale la ratifica del Concordato con la violenta rimozione del Gabinetto e l’arresto del Presidente, fino a proibirgli momentaneamente di poter intervenire alla Messa il giorno seguente, seconda Domenica di Quaresima: io credetti opportuno esprimere il mio dissenso in proposito, chiedendo che la ratifica del Concordato fosse piuttosto lasciata nell’ombra, per non dare poi occasione a qualche giornalista di presentare questa silenziosa, rapida e mattutina ratifica come un atto compiuto non solo a insaputa, ma quasi contro la vigilanza del nuovo Regime. I giornali nazionalsocialisti di Berlino infatti non si occuparono punto delle avvenute ratifiche, e gli altri, che se ne occuparono, come la Frankfurter Zeitung, lo fecero in termini oggettivi e leali.
11Io ho lasciato Karlsruhe alle ore 14 ½ in automobile per Baden-Baden, donde – dopo una breve sosta – sono proseguito per Friburgo, per fare visita a S.E. l’Arcivescovo, che era spiacentissimo di aver dovuto sopprimere un grandioso programma di feste in Karlsruhe in occasione della ratifica del Concordato, che comprendeva un solenne Pontificale del Nunzio con discorso dell’Arcivescovo.
12La domenica il Presidente Schmitt, che frattanto era stato liberato dalla vigilanza poliziesca, in seguito, credo, ai numerosi telegrammi di protesta inviati al Presidente del Reich dalle più distinte personalità del Baden6
Gegen die Verhaftung des badischen Staatspräsidenten protestierte die Zentrumsfraktion des badischen Landtags telegraphisch beim Reichspräsidenten; dieser gab die Beschwerde an Reichsinnenminister Frick weiter. Die „Schutzhaft“ Schmitts wurde noch am Spätnachmittag des 11. März wieder aufgehoben; Plück, Das badische Konkordat, S. 170.
– venne a Friburgo e in un colloquio privato mi dichiarò che, ripensandovi, aveva trovato giusta e opportuna la mia premura di tener distinto nella cronaca dei giornali, per ogni eventuale commento, la ratifica del Concordato dalla rimozione del Governo e dal suo per quanto solo apparente arresto.
13Non posso a meno di segnalare ancora una volta a Vostra Eminenza i grandi meriti del Presidente Schmitt, nonché di parecchi altri Ministri e funzionari del Baden per quanto riguarda questa ultima fase del Concordato fra la Santa Sede e lo Stato del Baden.
14Tengo ora a Berlino i documenti riguardanti la ratifica, in attesa di precisi ordini circa il modo di farli pervenire costi. Mi è giunto lunedi il venerato Cifrato riguardante i ringraziamenti al telegramma di omaggio inviato a Sua Santità dopo la ratifica dal Presidente Dr. Schmitt, ed ho provveduto subito come da istruzioni.7
Pacelli dankte O. am 21.03.1933 für das Geschick, mit dem er seine Aufgabe erledigt habe, und brachte die Befriedigung des Hl. Vaters über den Ausgang der Angelegenheit zum Ausdruck; das Vorgehen der Nationalsozialisten gegenüber der badischen Regierung kommentierte er in dem Schreiben an O. nicht; seitens des Heiligen Stuhls erfolgte kein Protest in Berlin. Dieser Befund stützt die Darstellung bei Plück, Das badische Konkordat, S. 171; Pacelli an Orsenigo, Città del Vaticano, 21.03.1933 [Prot. No. 772/33 – hsl. Konzept]; AA.EE.SS. Germania, Pos. 609, fasc. 127, fol. 53r. Am 12.04.1933 bestätigte Pizzardo O. den Eingang der Ratifikationsdokumente, leider zu spät, um sie noch in den “Acta Apostolicae Sedis” publizieren zu können. Die Drucklegung des Konkordats sei dort bereits abgeschlossen. (AAS 25 [1933], Nr. 6): Pizzardo an Orsenigo, Città del Vaticano, 12.04.1933 [Prot. No. 1015/33]; ebd., fol. 54r.
Anhang
1Badisches Gesetz- und Verordnungsblatt, Nr. 11, Karlsruhe, 11.03.1933.

1 Zur Ratifikationszeremonie, vgl. Rehberger, Gleichschaltung, S. 40-51 und 102/103, sowie, mit weiteren Quellenstellen, Plück, Das badische Konkordat, S. 167-170.
2 Vgl. Anm. zu Bericht No. 6594 vom 08.03.1933.
3 Colli an Pacelli, Berlin, 11.03.1933 [Cifrato No. 67 – Dechiffre]: “Monsignor Nunzio segretamente da Karlsruhe mi incarica comunicare: Scambio ratifiche avvenuto colà stamane con antico governo ancora in carica tre ore avanti ora fissata. Un’ora dopo ratificato Concordato coi protestanti. Oggi ore 11 governo Baden scaduto” (AA.EE.SS. Germania, Pos. 609, fasc. 127, fol. 42r).
4 Der NS-Staatskommissar Robert Wagner war am 9. März in Karlsruhe eingetroffen.
5 O. reiste in Begleitung seines Privatsekretärs Pater Eduard Gehrmann nach Karlsruhe. Gehrmann berichtete seinerseits am 22. März Legationsrat Menshausen vom Auswärtigen Amt über den Verlauf des Ratifikationsaktes; Menshausen war beauftragt, zu prüfen, ob eine förmliche Entschuldigung des Auswärtigen Amtes bei O. opportun sei. Von einer solchen Entschuldigung wurde schließlich abgesehen; Menshausen hatte aus dem Gespräch mit Gehrmann den Eindruck gewonnen, daß „von einer Verstimmung des Nuntius [...] keine Rede sein könne.“ Aufzeichnung Menshausens, Berlin, 23.03.1933, in: Albrecht (Bearb.), Notenwechsel III, S. 1/2, Zit. S. 2; vgl. auch Plück, Das badische Konkordat, S. 170/171.
6 Gegen die Verhaftung des badischen Staatspräsidenten protestierte die Zentrumsfraktion des badischen Landtags telegraphisch beim Reichspräsidenten; dieser gab die Beschwerde an Reichsinnenminister Frick weiter. Die „Schutzhaft“ Schmitts wurde noch am Spätnachmittag des 11. März wieder aufgehoben; Plück, Das badische Konkordat, S. 170.
7 Pacelli dankte O. am 21.03.1933 für das Geschick, mit dem er seine Aufgabe erledigt habe, und brachte die Befriedigung des Hl. Vaters über den Ausgang der Angelegenheit zum Ausdruck; das Vorgehen der Nationalsozialisten gegenüber der badischen Regierung kommentierte er in dem Schreiben an O. nicht; seitens des Heiligen Stuhls erfolgte kein Protest in Berlin. Dieser Befund stützt die Darstellung bei Plück, Das badische Konkordat, S. 171; Pacelli an Orsenigo, Città del Vaticano, 21.03.1933 [Prot. No. 772/33 – hsl. Konzept]; AA.EE.SS. Germania, Pos. 609, fasc. 127, fol. 53r. Am 12.04.1933 bestätigte Pizzardo O. den Eingang der Ratifikationsdokumente, leider zu spät, um sie noch in den “Acta Apostolicae Sedis” publizieren zu können. Die Drucklegung des Konkordats sei dort bereits abgeschlossen. (AAS 25 [1933], Nr. 6): Pizzardo an Orsenigo, Città del Vaticano, 12.04.1933 [Prot. No. 1015/33]; ebd., fol. 54r.
Biographien (8):Sachdatensätze (1):

Berichte des Apostolischen Nuntius Cesare Orsenigo
aus Deutschland 1930 bis 1939
Im Auftrag des Deutschen Historischen Instituts in Rom und in Kooperation mit der Kommission für
Zeitgeschichte Bonn und dem Archivio Segreto Vaticano herausgegeben von Thomas Brechenmacher
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